QUETZALCOATL

 

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Primi salitori: Davorio Angelo, Amadio Paolo, Vallortigara Mario, Costa Dino; luglio-agosto 2010

Sviluppo: 700 m; 17 lunghezze

Valutazione estesa: 6b (6a obb.), S2, II

Difficoltà d’Insieme: TD

Giudizio: lungo itinerario in ambiente appartato e solitario ricco di fascino; il percorso si articola in 4 fondamentali sezioni: 1^: superamento del catino basale; 2^: sezione relativamente facile con placche abbattute che porta sotto una grande placca già ben visibile dal basso; 3^: superamento del grande muro a placche; 4^: sezione terminale che porta sulla sommità della piramide; nel complesso un itinerario arioso e con molte lunghezze divertenti; la chiodatura, per compensare approccio contenuto ma non immediato e la discontinuità della sezione centrale, è decisamente plaisir e tale da consentire una ripetizione senza eccessivi patemi a chi già sappia destreggiarsi discretamente sul 6a.

Soste: un fix inox da 10 mm + 1 fix inox da 8 mm con maglie rapide da utilizzarsi in contemporanea per la calata.

Materiale: N.E.A.; corde da 60; 15 rinvii; serie di friends fino al n. 2 Black Diamond;

Attrezzatura: fix inox da 8x60 con piastre Raumer da 22 KN

Esposizione: Sud-Est

Periodo: da giugno ad ottobre; assolutamente sconsigliabile dopo precipitazioni o con tempo incerto visto le caratteristiche della struttura; di fatto sia la 1^ sezione che soprattutto la 2^ seconda sono dei naturali collettori della vasta parete.

Avvicinamento: dal lago di malga Boazzo prendere il sentiero per le Porte di Danerba (cartelli segnalatori sul ciglio stradale); salire superando il ripido tratto iniziale di bosco fino ad entrare nella valle vera e propria all’altezza della prima baita sita sulla destra del sentiero. Continuare per il piatto fondovalle fino ad una magnifica piana con rado lariceto e ponticello; superarlo ed iniziare a diagonalizzare a sx (ometti) alzandosi fino a puntare ad un grande larice isolato; proseguire poi con percorso evidente fin sotto alla placca sovrastata da una evidentissima fascia di tetti; la via attacca alla base delle placche sulla direttiva dei medesimi (ore 1,00 dal lago di Malga Boazzo).

Tempo di salita: ore 6,00

Tempo di discesa: ore 2,30

Tipo di itinerario: moderno

Relazione: degli apritori

Attacco: sotto un evidente anfiteatro sovrastato da una fascia di tetti. Primi fix su placca chiara ben visibili.

Itinerario:

L1: percorrere la placca iniziale (4b) fino a deviare leggermente a sx (5a); superare per mezzo di lama superficiale una variazione di pendenza fin sotto una poco accennata fessura che si segue fino al comodo terrazzino della S1 (40 m; max 5a).

L2: partire a dx della sosta e superare una difficile placca verticale con funghi superficiali (6b) fino a raggiungere, con un impegnativo passo di ristabilimento, una sorta di poco accennata cengia; percorrerla verso dx superando di seguito una placca nera (5a) fino sotto una lama; deviare infine a sx all’esiguo terrazzino della S2 (30 m; max 6b).

L3: superare il muretto subito sopra la sosta (6a) e iniziare a percorrere la bella placca successiva descrivendo un netto diagonale verso sinistra (5a); superare un breve salto (5b) e raggiungere la base del tetto; continuare in diagonale verso sx (5a) fino ad una cengetta erbosa nei pressi di una betulla (40 m, max 6a).

L4: dalla S3 traversare a dx poco sopra l’orlo del tetto (4b), alzarsi per bella placca scura per una decina di metri (4a); non raggiungere la sovrastante cengia con ontani ma deviare nettamente a dx (5b) fino ad un’interruzione erbosa e alla vicina S4 sita nei pressi di un ontano (40 m, max 5b).

L5: deviare a dx e salire una placca scura con funghi superficiali (5c) fino ad immettersi in un evidente canale-colatoio (detrito); sostare a sx su albero; o poco oltre sotto il salto a friends; ancoraggio da attrezzare (20 m, max 5c).

L6: portarsi fin sotto un salto e superarlo (5a; protezione a friends) fino alla sovrastante facile placca oltre la quale, sempre con percorso senza difficoltà, si raggiunge la S5 poco a dx di una macchia di ontani (40 m, max 5a). L5 e L6 facilmente concatenabili ma con qualche difficoltà di recupero.

L7: salire a sxsubito sopra la sosta seguendo un abbattuto e facile diedro per poi deviare a dx fino a portarsi sotto una placca bianca che si supera direttamente (5a) fin sotto un gradino; superarlo (5b) e percorrere la successiva placca descrivendo un diagonale a destra fino alla esigua cengetta della S6 (40 m, max 5b) [essendo la S6 in piena placca ed esposta ad eventuali scaricamenti invernali, subito a destra sotto un breve gradino è stato collocato in posizione più protetta un ancoraggio supplementare].

L8: percorrere la placca subito sopra la sosta (4b) fino ad aggirare sulla sx una grande lastra; passarvi sopra e continuare in diagonale a dx (5a); continuare diritto superando un muretto con buoni appigli ma sporco di aghi di larice (5c) fino alla comoda cengia della S7 (40 m, max 5b).

L9: lunghezza di collegamento: salire direttamente transitando in un corridoio creato in un boschetto di ontani fino per pendio erboso fino alla S9 (50 m, elementare).

L10: salire con percorso evidente la placca successiva fino ad un canaletto abbattuto che porta sotto una sorta di avancorpo che si supera fino alla sua sommità dove si trova la S10 sotto una grande placconata (60 m, max 4a).

L11: con percorso molto bello su roccia eccellente descrivere una sorta di arco verso dx fin nei pressi di una evidente lama staccata (5a passi di 5b/5c); superare un muretto nero (6b) e per la successiva placca raggiungere l’esigue cengetta della S11 (50 m, max 6b).

L12: continuare subito sopra la sosta con divertente progressione sfruttando una grande lama (5a) fino a deviare a dx puntando ad un breve diedro; raggiungerlo, superarlo fino alla successiva lama oltre la quale, per placca un poco delicata (5c) si raggiunge la S12 su esiguo ballatoio (40 m, max 5b).

L13: alzarsi direttamente per un bel muretto verticale nero (5c), deviare a sinistra e superare il tetto (5b); continuare per placche abbattute di ottima roccia (5a poi più facile – chodatura distanziata; possibilità di integrazione a friends) fino a portarsi all’altezza di una evidente cengetta erbosa percorsa facilmente la quale si perviene alla comoda S13 (60 m, max 5c).

L14: continuare sopra la sosta per evidente placche (5a) fin nei pressi di un salto di roccia chiara a sx di un larice (prestare attenzione a qualche blocco instabile); proseguire per il successivo sperone (5b) fin sotto un salto già evidente dal basso; aggiralo a sx per diedro un poco erboso (5c) fino ad una cengetta erbosa; con un passo delicato a sx (5c) si raggiunge la S14 sotto un evidente muretto a funghi (60 m, max 5c).

L15: superare il muretto (5c) uscendone per funghi un poco lichenosi (6a) poi per tratto abbattuto fin sotto un diedro con erba che si risale sulle belle placche che lo delimitano a dx fin sotto un grande larice; passare alla sua sx fino ad un ballatoio con piccolo larice di cui si usufruisce per la S15 – cordone di ancoraggio in loco (45 m, max 6a). Da qui è visibile a destra su muro verticale l’uscita dalla via Ballarini.

L16: spostarsi un poco per cengetta a sx e superare il muro verticale successivo un poco lichenoso ma con ottimi appigli (5c continuo) fino ad uscirne con passo un poco delicato (6a) per mezzo di un pilastrino ottimamente ancorato ma da non sollecitare eccessivamente; continuare per lo spigolo a destra fino a raggiungere l’ultima sosta della via Ballarini; continuare per cresta (4c) fin sotto un salto; deviare a sx e raggiungere la S16 su scomoda cengetta erbosa (45 m, max 6a).

L17: superare a sx una grossa lama (6a) fino a prendere lo spigolo che si fa molto articolato e con divertente arrampicata (4b) si raggiunge un larice passando a dx del quale si tocca la S17 (20 m, max 6a).

Discesa: in doppia lungo la via;

 

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